Special project
Beato Design, Brera Design Days 2018
Beato Design. Anche il Design ha i suoi patroni
Una mostra a cura di Paolo Ferrarini con la collaborazione del Museo dei Madonnari di Curtatone e Studiolabo.
Il 13 e 14 ottobre 2018 Mariano Bottoli, Federico Pillan, Cuboliquido, Fabio Fedele, Ketty Grossi e Valentina Sforzini hanno creato dal vivo a Milano la loro interpretazione dell’immagine e dei progetti di sei maestri del design italiano: Joe Colombo, Gio Ponti, Achille Castiglioni, Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Bruno Munari.
Anche il design ha i suoi patroni, protettori del progetto, avvocati delle idee, invocati da studenti e professionisti in cerca di certezze. A loro si ritorna sempre, nonostante si provi ad allontanarsene e ogni volta ci fanno sentire a casa, al sicuro. Gli oggetti che hanno creato sono reliquie che abitano le nostre case e conservano il legame profondo con lo spirito autentico del design. Rendiamo loro omaggio ogni volta che ne leggiamo le scritture o ne celebriamo le icone. E icone sono essi stessi, con le immagini dei loro volti che popolano le pagine di libri, cataloghi e presentazioni. Citiamo a memoria le loro parole, con quelle frasi memorabili che salmodiamo per dimostrare la nostra appartenenza.
Ai Brera Design Days li celebriamo con la leggerezza di chi li ama profondamente, trasformandoli in rappresentazioni profane grazie all’occhio e alla mano di chi ha grande dimestichezza con le immagini sacre. Per questo motivo vedremo all’opera sei artisti di strada, sei protagonisti della pavement art italiana, grazie alla stretta collaborazione con il Museo dei Madonnari di Grazie di Curtatone (MN), dove ogni anno si celebra uno dei più importanti festival internazionali del settore.
Paola Artoni, direttrice del Museo, ci ricorda che “i madonnari di tutto il mondo si ritrovano ogni anno a Ferragosto sul sagrato di Grazie di Curtatone e da lì, ricaricati di nuove energie, ripartono per le piazze internazionali. Sono artisti che sanno captare gli stimoli del nostro tempo e che, pur utilizzando materiali effimeri, sanno conferire un valore profondo alle loro forme pittoriche. Il loro linguaggio pop è sempre legato al territorio dove si trovano ad agire e, anche per questo, sempre in trasformazione, è l’esito di una attenzione costante per quanto ci circonda e si traduce in allegorie figurative che escono dai confini degli studi d’artista e preferiscono offrirsi con generosità allo sguardo delle piazze.”